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Linee guida per l’armonizzazione delle qualificazioni professionali, delle professioni e dei profili in ambito ICT

Come riconoscere e valorizzare le competenze in ambito ICT.

1. Premessa

Le linee guida presenti all’interno del documento hanno lo scopo di fornire indicazioni operative ed organizzative ai soggetti che interagiscono con il Repertorio Nazionale relativamente a professionalità operanti nel settore ICT. Con tale documento si desidera garantire che i diversi soggetti coinvolti possano referenziare agevolmente i profili definiti da norme tecniche UNI in ambito ICT (e recepiti da linee guida AgID) supportando un’armonizzazione nazionale sia nell’ambito delle definizioni che nell’ambito della metodologia di definizione dei progetti formativi e di certificazione delle competenze. Questo documento è un ulteriore guida all’uso delle nomenclature utilizzate nel mercato, in particolare dalla PA per l’acquisizione o alla richiesta a propri fornitori di risorse specializzate nel settore ICT.

Abbreviazioni / Acronimi

ADA: Aree di Attività

AgID: Agenzia per l’Italia Digitale

CEN: European Committee for Standardization (Ente di normazione europeo)

CIO: Chief Information Officer

CNIPA: Centro Nazionale Informatica Pubblica Amministrazione (ora AgID)

CP2011: Classificazione delle Professioni (2011)

CTN: Comitato Tecnico Nazionale

DGR: Deliberazione Giunta Regionale

e-CF: European e-Competences Framework

EN: Standard Europeo (European Norm)

EQF: European Quality Framework

ICT: Information and Communication Technology

INAPP: Istituto Nazionale per l’Analisi delle Politiche Pubbliche (Ex ISFOL)

INAIL: Istituto nazionale per l’assicurazione contro gli infortuni sul lavoro

ISCO: International Standard Classification of Occupation

Istat: Istituto Nazionale di Statistica

MIUR: Ministero dell’istruzione, dell’università e della ricerca

QNQ: Quadro nazionale Qualificazioni

QNQR: Qualificazioni Nazionali / Qualificazioni Regionali

SEP: Settori economico-professionali

UNI: Ente Nazionale di Normazione

UNINFO: Ente Nazionale di Normazione Informatica

UP: Unità Professionali

2. Il contesto normativo e il Repertorio Nazionale

La strategia Europa 2020 pone lo sviluppo di conoscenze, capacità e competenze quale premessa per la crescita economica e dell’occupazione al fine di migliorare l’ingresso e la progressione nel mercato del lavoro, facilitare le transizioni tra le fasi lavorative e di apprendimento, promuovere la mobilità geografica e professionale. In tale prospettiva si afferma l’esigenza di costruire un sistema di riconoscimento, validazione e certificazione delle competenze che permetta all’individuo di poter valorizzare e spendere le proprie competenze acquisite in un determinato contesto geografico, nel mercato europeo del lavoro e nei sistemi di istruzione e formazione.

Il sistema nazionale di certificazione delle competenze è previsto dall’art. 4 (co. 58) della legge 92 del 2012 che delega il governo alla definizione delle norme generali e dei livelli essenziali delle prestazioni per l’individuazione e validazione degli apprendimenti acquisiti in contesti non formali e informali, con riferimento al sistema nazionale di certificazione delle competenze e ne stabilisce i criteri e principi direttivi. I successivi co. 64-68 dello stesso articolo disegnano il sistema pubblico nazionale di certificazione delle competenze, mentre, il decreto legislativo n. 13 del 16.1.2013 ne disciplina l’attuazione. Il d.lgs. 13/2013 costituisce quindi il “tassello” fondamentale per valorizzare il diritto delle persone all’apprendimento permanente, in un’ottica personale, sociale e occupazionale. Il Repertorio Nazionale è stato istituito in Italia con il Decreto Legislativo n.13 del 16 gennaio 2013. Secondo il Decreto il Repertorio costituisce il quadro di riferimento unitario per la certificazione delle competenze, attraverso la correlabilità dei titoli di istruzione e formazione, ivi compresi quelli di istruzione e formazione professionale, e delle qualificazioni professionali anche tramite un sistema condiviso di riconoscimento di crediti formativi in chiave europea. Il repertorio nazionale è costituito da tutti i repertori dei titoli di istruzione e formazione, e delle qualificazioni professionali rilasciati in Italia da un Ente titolare o rilasciati in esito ad un contratto di Apprendistato. In base alle indicazioni del Decreto, l’INAPP ha raccolto, a partire dal 2013 su mandato del Ministero del lavoro e delle Regioni, tutte le qualificazioni rilasciate nei diversi Repertori, ad eccezione del sottoinsieme di qualificazioni relative all’Università e alla Scuola Secondaria, per le quali INAPP è in attesa di un mandato esplicito da parte del Comitato Tecnico Nazionale (CTN). Nell’ambito del Repertorio Nazionale (art. 8 Decreto Legislativo n. 13/2013), viene istituito e reso operativo un quadro di riferimento nazionale delle qualificazioni professionali regionali e delle relative competenze (QNQR). È una banca dati organizzata in 24 settori economico professionali (SEP), ciascuno declinato in processi produttivi, aree di attività (ADA) e singole attività di lavoro che compongono le ADA.

I 24 Settori Economico professionali sono i seguenti:

  • Agricoltura, silvicoltura e pesca
  • Produzioni alimentari
  • Estrazione gas, petrolio, carbone, minerali e lavorazione pietre
  • Chimica
  • Vetro, ceramica e materiali da costruzione
  • Meccanica, produzione e manutenzione di macchine, impiantistica
  • Tessile, abbigliamento, calzaturiero e sistema moda
  • Legno e arredo
  • Carta e cartotecnica
  • Edilizia
  • Stampa ed editoria
  • Trasporti e logistica
  • Servizi di public utilities
  • Servizi finanziari e assicurativi
  • Servizi di informatica
  • Servizi di telecomunicazione e poste
  • Servizi di distribuzione commerciale
  • Servizi turistici
  • Servizi culturali e di spettacolo
  • Servizi di attività ricreative e sportive
  • Servizi socio-sanitari
  • Servizi di educazione, formazione e lavoro
  • Servizi alla persona
  • Area comune

Costituisce il riferimento operativo unitario sia per il riconoscimento delle qualifiche regionali in termini di contenuti professionali presidiati che per i servizi di individuazione, validazione e certificazione delle competenze.

Il QNQR consente di correlare tra loro le qualificazioni regionali, ovvero, rende possibile:

  • Verificare e mettere a confronto i contenuti professionali (competenze e profili) descritti nei diversi Repertori regionali;
  • Rendere leggibili e riconoscibili i contenuti professionali sulla base di una comune rappresentazione del lavoro;
  • Disporre di un parametro di prestazione professionale per costruire prove di valutazione congruenti.

In esso sono contenute le qualificazioni e relative competenze di tutti i Repertori regionali che, attraverso un processo di correlazione vagliato e validato dall’apposito Gruppo Tecnico Competenze, sono considerate automaticamente equivalenti.

2.1 Istituzione del quadro nazionale qualificazioni

Con il Decreto dell’8 gennaio 2018 (GU n. 20 del 25 gennaio 2018) il Ministero del Lavoro e delle Politiche Sociali apre all’inquadramento delle qualificazioni internazionali ossia delle qualificazioni rilasciate da un organismo internazionale legalmente costituito o da un organismo nazionale che agisce a nome di un organismo internazionale a condizione che tali qualificazioni siano utilizzate in più di un Paese e includano risultati di apprendimento valutati facendo riferimento alle norme stabilite da un organismo internazionale (arti. 2, c. 1) nell’European Qualification Framework – EQF. Tale sistema di classificazione intende facilitare il mutuo riconoscimento, delle qualificazioni a livello europeo per il loro contenuto di conoscenze e abilità, favorendo una reale libera circolazione dei professionisti nell’Unione, assegnando a ciascuna certificazione un livello EQF nella scala da 1 a 8.

Il processo di referenziazione al sistema EQF si sta completando relativamente alle qualificazioni rilasciate dagli Enti titolari (individuati dal Dlgs. 13/2013, Enti autorizzati a rilasciare certificazioni delle competenze nell’ambito pubblico), attraverso l’istituzione del Quadro Nazionale delle Qualificazioni - QNQ, di cui al Decreto, mentre si stanno definendo le modalità per individuare e riferire al quadro stesso le certificazioni relative a qualificazioni internazionali (non quindi rilasciate dagli enti titolari previsti dal Dlgs. 13/2013), in logica di complementarità e osmosi delle attestazioni rilasciate da enti titolari nell’ambito pubblico, purché compatibili e referenziabili nel Quadro Nazionale delle Qualificazioni.

Ai sensi del Dlgs. 13/2013 va ricordato che il valore delle qualificazioni rilasciate nel rispetto del Decreto non è equiparato al valore legale del titolo di studio.

La classificazione delle Professioni (CP2011) e il mercato del lavoro

La CP 2011 è la Classificazione ufficiale delle professioni edita dall’Istat e utilizzata per fini statistici in diversi ambiti del mercato del lavoro e dell’istruzione. Si tratta di una tassonomia, ovvero di una struttura gerarchica, in cui sono raggruppate le professioni con caratteristiche simili.

L’oggetto della classificazione, la professione, è definito come un insieme di attività lavorative concretamente svolte da un individuo, che richiamano conoscenze, competenze, identità e statuti propri. La logica utilizzata per aggregare professioni diverse all’interno di un medesimo raggruppamento si basa sul concetto di competenza, visto nella sua duplice dimensione del livello e del campo delle competenze richieste per l’esercizio della professione.

Il livello di competenza è definito in funzione della complessità, dell’estensione dei compiti svolti, del livello di responsabilità e di autonomia decisionale che caratterizza la professione; il campo di competenza coglie, invece, le differenze nei domini settoriali, negli ambiti disciplinari delle conoscenze applicate, nelle attrezzature utilizzate, nei materiali lavorati, nel tipo di bene prodotto o servizio erogato nell’ambito della professione.

Il criterio della competenza delinea un sistema classificatorio articolato su 5 livelli di aggregazione gerarchici:

  • il primo livello, di massima sintesi, composto da 9 grandi gruppi professionali;
  • il secondo livello, comprensivo di 37 gruppi professionali;
  • il terzo livello, con 129 classi professionali;
  • il quarto livello, formato da 511 categorie;
  • il quinto e ultimo livello della classificazione, con 800 unità professionali, dentro cui sono riconducibili le professioni esistenti nel mercato del lavoro.

Il quinto livello contiene un ulteriore livello di esempi di professioni, che hanno una semantica simile al linguaggio parlato e servono per aiutare gli utenti a codificare correttamente l’Unità Professionale.

La Classificazione ufficiale delle professioni è collegata alla Isco 08 (International Standard Classification of Occupation), che rappresenta la classificazione di riferimento in Europa per la rappresentazione e lo scambio dei dati sulle professioni. In Italia, a seguito di un lungo lavoro di condivisione, la classificazione delle professioni è stata adottata:

  1. Dall’ Istat*, all’interno delle indagini:
  • Censimento della popolazione
  • Forze di lavoro
  • Dottori di ricerca
  • Aspetti della vita quotidiana
  1. Dal Ministero del Lavoro, per indicare le attivazioni le trasformazioni e le cessazioni contrattuali all’interno delle comunicazioni obbligatorie.

A seguito del decreto Interministeriale 30 ottobre 2007, Il Ministero del lavoro ha inserito all’interno del tracciato record relativo alle Comunicazioni Obbligatorie la Qualifica Istat, fornendo come indicazione (Comunicazioni Obbligatorie – Modelli e Regole).

Si inserisce la qualifica professionale assegnata al lavoratore all’atto dell’assunzione – trasformazione/cessazione - selezionandola dalla tabella “CP 2011”. In caso di Apprendistato deve essere inserita la qualifica professionale che conseguirà l’apprendista al termine del periodo di formazione.

3) Dal MIUR, per l’indicazione degli sbocchi occupazionali dei corsi di laurea. L’art.3 comma 7 del Decreto Ministeriale 16 marzo 2007 Pubblicato nella Gazzetta Ufficiale del 9 luglio 2007 n. 155 recita: Nel definire gli ordinamenti didattici dei corsi di laurea magistrale, le università specificano gli obiettivi formativi in termini di risultati di apprendimento attesi, con riferimento al sistema di descrittori adottato in sede europea e individuano gli sbocchi professionali anche con riferimento alle attività classificate dall’Istat.

  1. Dall’INAIL, all’interno delle denunce di infortunio, per indicare l’unità professionale del lavoratore.
  2. Da Unioncamere, per indicare le previsioni di occupazione.
  3. Dall’INAPP, nell’indagine campionaria sulle professioni e nella rilevazione sui fabbisogni formativi .
  4. Dal MEF, all’interno della sperimentazione per la rilevazione delle professioni nella P.A. (Circolare n.19 del 27 aprile 2017).

2.2 L’indagine campionaria sulle professioni

L’indagine Campionaria sulle professioni è realizzata congiuntamente dall’INAPP e dall’Istat e ha come obiettivo la raccolta di informazioni utili a rappresentare le caratteristiche delle professioni, con particolare riferimento al contenuto del lavoro svolto e al contesto organizzativo in cui si svolge il lavoro. L’indagine descrive tutte le professioni esistenti nel panorama del mercato del lavoro italiano, da quelle operanti nelle imprese private a quelle presenti nell’ambito delle istituzioni e delle strutture pubbliche, fino a quelle operanti in regime di autonomia. Le risposte sono fornite direttamente dai lavoratori che svolgono la professione oggetto di indagine. L’indagine è inserita nel Programma Statistico Nazionale (ISF 00055). Le informazioni prodotte con l’indagine Campionaria sulle professioni contribuiscono ad alimentare il sistema informativo Professioni, un sistema di web linked open data che collega tra loro le istituzioni che forniscono dati sulle professioni. Il quadro concettuale di riferimento per l’indagine e le tassonomie di variabili utilizzate sono per lo più mutuate dal modello statunitense dell’Occupational Information Network, O*Net (online.onetcenter.org) utilizzato in Italia anche nell’ambito dell’indagine Audit sui fabbisogni professionali (prima e seconda edizione), realizzata da Isfol. Questa indagine analizza mediante un questionario strutturato particolarmente ricco ed articolato le caratteristiche delle Unità Professionali (UP) presenti nell’ambito della Classificazione delle professioni attualmente vigente nel nostro Paese (CP 2011). L’insieme delle descrizioni delle caratteristiche delle UP (relative al lavoro svolto e al contesto di lavoro) forniscono un dettaglio qualitativo esaustivo delle figure che popolano il nostro mercato del lavoro. I lavoratori intervistati nell’ambito dell’indagine Campionaria sulle professioni sono circa 16mila, rappresentativi delle circa 800 UP in cui si articola al massimo livello di dettaglio la Classificazione delle professioni (CP 2011). Nelle sezioni del questionario relative alle conoscenze, agli skills, alle attitudini e alle attività generalizzate (sezioni B, C, D, G), le domande esplorano due dimensioni diverse e complementari:

  1. l’importanza dell’aspetto considerato (item) nello svolgimento della professione;
  2. il livello di complessità per il quale lo stesso item è necessario.

3. Correlazioni tra le classificazioni

Per garantire un sistema di certificazione stabile, efficace e rispettoso delle norme che regolano il mercato del lavoro nazionale è necessario armonizzare e integrare i sistemi esistenti. Attualmente, rispetto alle professioni ICT, esistono:

  • La classificazione ufficiale delle professioni (CP2011)
  • I Repertori Regionali collegati all’Atlante del Lavoro e delle Qualificazioni
  • Le “Linee guida per la qualità delle competenze digitali nelle professionalità ICT” (AgID)

3.1. La classificazione ufficiale delle professioni (CP2011)

L’Unità Professionale (UP) rappresenta il massimo livello di dettaglio della CP2011 (V livello). Tra le 800 UP, ne sono state individuate 13 che hanno una corrispondenza diretta con i profili ICT individuati dall’AgID riportati nel prospetto sinottico.

CODICE UP E DESCRIZIONE

2.1.1.4.1 Analisti e Progettisti di Software

2.1.1.4. Analisti di Sistema

2.1.1.4.3 Analisti e Progettisti di Applicazioni Web

2.1.1.5.1 Specialisti in Reti e Comunicazioni Informatiche

2.1.1.5.2 Analisti e Progettisti di Basi Dati

2.1.1.5.3 Amministratori di Sistemi

2.1.1.5.4 Specialisti in Sicurezza Informatica

3.1.2.1.0 Tecnici Programmatori

3.1.2.2.0 Tecnici Esperti in Applicazioni

3.1.2.3.0 Tecnici Web

3.1.2.4.0 Tecnici Gestori di Basi di Dati

3.1.2.5.0 Tecnici Gestori di Reti e di Sistemi Telematici

6.2.4.6.0 Installatori, Manutentori e Riparatori di Apparecchiature Informatiche

3.2. I Repertori Regionali collegati all’Atlante del Lavoro e delle Qualificazioni

Ogni regione ha la possibilità di creare liberamente le qualificazioni da inserire nei repertori. Ad esempio, nel Repertorio Ligure (DGR 668/17) sono presenti le seguenti figure:

  • Programmatore ed installatore di sistemi elettrico-elettronici
  • Programmatore Sviluppatore Software
  • Web Designer

Attualmente, le qualificazioni dei repertori collegate all’ICT sono diversificate e, a parte qualche caso isolato, non è ancora stata avviata una strategia comune di certificazione. Tuttavia, nell’Atlante del Lavoro e delle Qualificazioni sono previste numerose ADA a cui fare riferimento:

CODICE ADA E DESCRIZIONE

ADA.16.237.773 Definizione e implementazione della strategia organizzativa nell’ICT

ADA.16.237.775 Identificazione e definizione delle proposte per lo sviluppo dei servizi IT

ADA.16.238.776 Gestione del processo di sviluppo del business in ambito Information Technology

ADA.16.238.777 Allineamento tra strategie di business e sviluppo tecnologico

ADA.16.238.778 Ideazione e definizione della specifica soluzione ICT

ADA.16.238.779 Supporto al cliente per l’innovazione nell’ICT

ADA.16.238.780 Implementazione di misure di sicurezza dei sistemi informativi

ADA.16.239.781 Progettazione e implementazione dell’infrastruttura ICT

ADA.16.239.782 Supporto operativo ai sistemi e alle reti informatiche

ADA.16.239.783 Progettazione e realizzazione di soluzioni di Data management

ADA.16.239.784 Supporto operativo alle soluzioni di Data management

ADA.16.239.785 Progettazione e realizzazione di applicativi software multi-tier

ADA.16.239.786 Progettazione e realizzazione di soluzioni software con linguaggi di scripting legati a specifici applicativi (es VBA, Actionscript, linguaggi CAD, ecc.)

ADA.16.239.787 Progettazione e realizzazione dell’interfaccia utente

ADA.16.239.788 Sviluppo di siti web con applicativi CMS/COS (Content Management System e Content Optimization System)

ADA.16.239.789 Deployment, integrazione e verifica della soluzione ICT

ADA.16.240.790 Analisi di mercato e pianificazione delle azioni per la distribuzione dei servizi ICT

ADA.16.240.791 Erogazione di servizi ICT in remoto (es. clouding, hosting, help desk, ecc.)

3.3. Linee guida per la qualità delle competenze digitali nelle professionalità ICT - AgID

Questo manuale arricchisce le indicazioni fornite sulla costruzione di contratti di servizio, vedi “Dizionario delle Forniture ICT”, al caso più generale nel quale ci sia la necessità di comprendere l’erogazione di prestazioni professionali.

AgID, recependo quanto previsto dal piano “strategia per la crescita digitale 2014-2020” e per coordinarne l’attuazione con tutte le amministrazioni centrali e locali, nel mese di maggio 2017, a seguito della consultazione pubblica ospitata sul sito open.gov.it, ha provveduto a sostituire il manuale operativo “Dizionario dei profili di competenza per le professioni ICT” precedentemente pubblicato nel 2010 dal CNIPA, promuovendo l’uso del modello e-CF 3.0 e dei profili ad esso correlati (profili di seconda e terza generazione).

I profili contenuti nel manuale si basano su norme tecniche europee (UNI EN 16234-1) e nazionali (UNI 11621). Tali profili sono definiti di seconda generazione (23 profili ICT, contenuti nella norma UNI 11621-2) e prevedono una verticalizzazione per settore, definita come “profili di terza generazione”, attualmente:

  • UNI 11621-3:2017. Attività professionali non regolamentate – Profili professionali per l’ICT – Profili professionali relativi alle professionalità operanti nel Web. Contiene i profili professionali identificati per chi opera nel Web (25 profili professionali): Web Community Manager, Web Project Manager, Web Account Manager, User Experience Designer, Web Business Analyst, Web DB Administrator, Search Engine Expert, Web Advertising Manager, Frontend Web Developer, Server Side Web Developer, Web Content Specialist, Web Server Administrator, Information Architect, Digital Strategic Planner, Web Accessibility Expert, Web Security Expert, Mobile Application Developer, E-commerce Specialist, Online Store Manager, Reputation Manager, Knowledge Manager, Augmented Reality Expert, E-Learning Specialist, Data Scientist e Wikipedian.
  • UNI 11621-4:2017. Attività professionali non regolamentate – Profili professionali per l’ICT – Profili professionali relativi alla sicurezza delle informazioni. Contiene i profili professionali dedicati alla sicurezza informatica (12 profili professionali): Responsabile di sistemi per la gestione della sicurezza delle informazioni, Responsabile della sicurezza dei sistemi per la conservazione digitale, Responsabile della continuità operativa (ICT), Responsabile della sicurezza delle informazioni (CISO), Manager della sicurezza delle informazioni, Analista di processo per la sicurezza delle informazioni, Analista tecnico per la sicurezza delle informazioni, Analista forense, Specialista di processo della sicurezza delle informazioni, Specialista infrastrutturale della sicurezza delle informazioni, Specialista applicativo della sicurezza delle informazioni e Specialista nella risposta agli incidenti.
  • UNI 11621-5:2018 – Attività professionali non regolamentate – Profili professionali per l’ICT - Profili professionali relativi all’informazione geografica. Contiene i profili professionali dedicati all’informazione geografica (5 profili professionali): GeoData Analyst, Geographic Information Manager, Geographic Information Officer, Geographic Information Technician / Specialist eGeographic Knowledge Enabler.

Tra i 23 profili ICT di seconda generazione indicati nel documento “Linee guida per la qualità delle competenze digitali nelle professionalità ICT”, quelli identificati come ricollocabili alla catalogazione CP2011 e ai repertori sono i seguenti:

  • Business Analyst
  • Business Information Management
  • Database Administrator
  • Developer
  • Digital Media Specialist
  • Enterprise Architect
  • ICT Consultant
  • ICT Security Manager
  • ICT Security Specialist
  • Network Specialist
  • Project Manager
  • System Administrator
  • System Analyst
  • Systems Architect
  • Technical Specialist
  • Test Specialist

Restano pertanto esclusi attualmente dalla ricollocazione i seguenti profili: • Account Manager • Chief Information Officer (CIO) • ICT Operations Manager • ICT Trainer • Quality Assurance Manager • Service Desk Agent • Service Manager

3.4. Correlazione tra le diverse classificazioni

Rispetto a questa ripartizione, esistono tempistiche di aggiornamento ed evoluzione molto diversi:

  • La classificazione delle professioni descrive interamente l’universo delle professioni ed è per sua natura uno strumento stabile, che viene aggiornato con una cadenza temporale molto ampia (venti anni) e segue gli aggiornamenti strutturali della classificazione internazionale ISCO. Una classificazione viene costruita con una struttura, una metodologia e un livello di generalizzazione tale da permettere agli utilizzatori di classificare anche oggetti non esistenti al momento della sua costruzione (si pensi alla classificazione delle piante o degli animali che permettono di ricondurre le nuove specie in ambiti ben definiti). Per questo non sono necessari aggiornamenti molto frequenti. Tuttavia, in Italia, vengono effettuati degli aggiornamenti con cadenze differenti.
  • Gli esempi di professioni vengono aggiornati sulla base delle professioni rilevate dalla rilevazione continua sulle forze lavoro. Questo tipo di aggiornamento non ha impatto sulla struttura classificatoria e può essere effettuato liberamente (nel rispetto della logica della classificazione). La struttura della classificazione, invece, segue gli aggiornamenti della ISCO, ma può subire dei piccoli adeguamenti nel corso della revisione decennale.
  • Le regioni definiscono le qualificazioni dei Repertori Regionali, che, ai fini della validità di una certificazione su tutto il territorio nazionale, devono essere ricondotte ad una o più aree di attività previste dall’Atlante del Lavoro e delle Qualificazioni. Il processo di aggiornamento delle qualificazioni non deve rispettare tempistiche definite. Lo stesso discorso vale per le Aree Di Attività (ADA) contenute nell’Atlante del Lavoro e delle Qualificazioni, che, per definizione, essendo legate ai processi previsti all’interno di una certa qualificazione, devono seguire le variazioni dei repertori regionali. I repertori regionali e le ADA sono strutture flessibili che seguono una logica diversa da quella classificatoria e vengono adeguate alle esigenze del mercato lavoro locale. Tuttavia, le Aree di Attività dell’Atlante del Lavoro e delle Qualificazioni sono ricondotte alle Unità Professionali della Classificazione ufficiale delle Professioni. In questo modo, è possibile avere un collegamento diretto tra i repertori regionali e la Classificazione ufficiale delle Professioni.
  • I profili referenziati da AgID, basandosi su norme tecniche (nazionali e internazionali), possono subire aggiornamenti periodici. Tali aggiornamenti dipendono pertanto dalle attività delle specifiche commissioni dell’ente di normazione (per l’Italia UNINFO), che possono portare alla revisione di profili (modifica profili attuali e/o integrazione di ulteriori profili) in periodi comunque non inferiori all’anno solare. AgID prevede di aggiornare comunque le linee guida su base annuale, integrando le linee guida dell’anno precedente con eventuali novità normative.

4. Modello di riferimento per la catalogazione

La coesistenza di diverse classificazioni rende complesso il procedimento di “unificazione”, ma al tempo stesso offre una ricchezza di prospettive che possono trovare in questa proposta una sintesi che coniughi esigenze diverse e individui un linguaggio comune. Partendo dall’obiettivo di aggiornare il Repertorio Ligure si propone un processo sperimentale al fine di definire un “metodo” che consenta di rendere fruibili in modo omogeneo le diverse classificazioni.

L’obiettivo delle presenti linee guida è quello di supportare l’identificazione di un linguaggio che renda fruibili le classificazioni Istat e Atlante del Lavoro e delle Qualificazioni (Nazionale e repertori regionali), a partire dai profili UNI referenziati dalle linee guida AgID. In buona sostanza la proposta è quella di applicare un processo di “operativizzazione”, per passare dal concetto astratto di Figura professionale a quello concreto di attività (Area di attività dell’Atlante e Unità di competenza del repertorio) per poter descrivere con un linguaggio condiviso quali comportamenti (attività) vanno associati alla figura.

Attraverso la disarticolazione è possibile giungere ad una sintesi, di cui il prospetto allegato è un esempio. Il processo di operativizzazione:

Di seguito si riporta, a titolo esemplificativo, la descrizione del modello del Repertorio Ligure: dalla figura professionale si evidenzia come la centro sia il concetto di competenza, a sua volta articolata in conoscenze e abilità (che in prospettiva sono le variabili utilizzate per risalire alla competenza). Come noto, le figure professionali in generale, quelle dell’ICT in particolare, sono caratterizzate da una rapida evoluzione e modificazioni. Partire dai singoli “standard minimi di competenza” (le conoscenze e abilità) che compongono le competenze e quindi le qualificazioni consente di mantenere aggiornati in modo flessibile e mobile i descrittori delle figure professionali e soprattutto consente di collegare tra loro le diverse classificazioni.

4.1. Definizione di figura professionale

Le figure professionali descritte nel repertorio mirano a supportare le attività delle politiche di orientamento, formazione e lavoro e ad agevolare nella scelta dei percorsi formativi. È possibile consultare le schede, anche in formato PDF, delle diverse figure, in cui sono descritte le “situazioni tipo” di lavoro, le competenze, le conoscenze e le abilità connesse alle diverse professioni. È attivo anche il collegamento al Sistema Informativo Nazionale delle Professioni.

Rappresentano combinazioni di competenze che fanno riferimento a specifici processi produttivi, cioè a componenti relativamente stabili dell’organizzazione del lavoro. La figura professionale descrive nello stesso tempo:

  • i processi lavorativi e le attività che tipicamente sono svolte nei contesti di lavoro, al fine di raggiungere risultati economicamente rilevanti;
  • le risorse che le persone devono mobilitare per poter presidiare efficacemente le attività lavorative.

La figura professionale rappresenta la specifica combinazione di competenze che gli attori istituzionali riconoscono valida per agire all’interno di determinate posizioni Lavorative.

La figura professionale rappresenta la specifica combinazione di competenze che gli attori istituzionali riconoscono valida per agire all’interno di determinate posizioni Lavorative.

Schema processi di lavoro-Competenze-Figura professionale

Figura 1. Schema processi di lavoro-Competenze-Figura professionale

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